Segretario Regionale: Luca Barutta

A cura di Luca Barutta
Segretario Regionale ANAAO ASSOMED del Veneto

Cara Assessore Lanzarin, è necessario in premessa farLe un plauso per aver attivato uno studio sul clima aziendale percepito dai dipendenti del SSR Veneto e per averne compreso l’importanza particolare dopo lo stress-test determinato dalla pandemia SARS COV-19 e dalla crescente crisi economica e di personale. Indubbiamente è stato un atto coraggioso fare l’indagine pur prevedendo fin dall’inizio il risultato di profondo peggioramento del clima aziendale.

L’elevata adesione a tale indagine (circa il 45% dei dipendenti) ne accentua l’attendibilità.

L’indagine dimostra in modo inequivocabile, al livello regionale, il peggioramento del clima aziendale percepito per tutti i profili professionali presenti con punte estremamente elevate in alcune aziende. Il fatto che tale peggioramento sia stato percepito in modo più significativo da chi non ha incarichi dirigenziali e/o professionali di alto rilievo è dimostrativo di una minore cura di questi al livello aziendale e che si siano invece rivolte più attenzioni agli incarichi dirigenziali di alto livello.

Il fatto che risulti che alcuni (troppo pochi … !) si sentano gratificati a fronte di una maggioranza che invece esprime nel merito una valutazione più o meno negativa risulta preoccupante.

Il dato poi che circa il 16% medio regionale di coloro che hanno risposto al questionario abbiano manifestato una fortissima volontà di lasciare al più presto l’Azienda in cui lavorano è sintomatico dell’alto grado di esasperazione percepito da una quota rilevante di dipendenti che non ha più remore a manifestarlo. La valutazione negativa di questo dato è ancor più elevata, se si tiene conto dell’elevata strategicità della Sanità Pubblica.

Questo risultato fa pensare che sia la punta di un iceberg ben più ampio di una condizione di diffuso malessere lavorativo e di una elevata percentuale di dipendenti con profonda crisi di disaffezione nei riguardi del proprio lavoro e dell’azienda in cui lavorano.

Il lavoro in sanità ha delle peculiarità molto particolari che lo differenziano molto profondamente da altre attività, È caratterizzato infatti, oltre che da un’alta professionalità e da alti livelli di responsabilità, anche da elevati rischi lavorativi e legali nonché carichi di lavoro spesso molto pesanti. Tale tipologia di lavoro è affrontabile se contemporaneamente c’è un coinvolgimento ideologico e condivisione della “mission”.

È ben difficile pensare che tutto ciò possa perdurare in modo diffuso di fronte a:

  • Un crescente clima dirigista aziendale dove non si è più un’entità professionale, ma solamente un numero;
  • Un crescente rischio lavorativo non adeguatamente prevenuto e non compensato da indennità o da premi assicurativi;
  • Una forte riduzione della considerazione sociale da parte della popolazione che, esasperata dalle mancate risposte del Servizio Sanitario Pubblico, scarica la propria rabbia e paura sul primo “front-line” a disposizione: medici e infermieri;
  • Un incremento esponenziale del rischio di aggressioni fisiche anche mortali per quanto già detto;
  • Carichi di lavoro eccessivi e fortemente ostativi della qualità della vita privata individuale e familiare;
  • L’assenza di qualsiasi vestigia di meritocrazia per inadempienze contrattuali e mancanza di fondi.

In queste condizioni è ben difficile non sognare un’evasione da tali situazioni.

Tale indagine ha reso evidente tutto ciò e risulta inutile cercare di edulcorare la situazione. È necessario che le autorità regionali ed aziendali prendano atto della realtà esistente e modifichino al più presto profondamente la politica del personale, superando tutte le criticità enunciate.

Ci riusciranno?

Questa è la sfida su cui Lei dovrà cimentarsi.

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