Segretario Regionale: Luca Barutta

Leggi l'articolo su quotidianosanita.it - 3 luglio 2018
Nella Ulss 6 Euganea, ad esempio, vengono ridotti, tra i vari ospedali, circa 150 posti letto: nella Ulss 2 Marca Trevigiana vengono ridotti oltre 90 posti letto e l’ambulatorio di Ponzano chiude il servizio vaccinazione nel periodo luglio – settembre. Causa? Gli infermieri operativi non riescono a coprire i congedi matrimoniali, gravidanze e maternità, malattia e ferie. Benazzato (Anaao): "Siamo alla frutta. Disfunzioni di sistema annunciate e previste da anni".

Siamo in piena estate e anche negli ospedali inizia il periodo di ferie. Tutti gli addetti hanno il diritto ad usufruire 15 giorni consecutivi dall’inizio di giugno al 30 di settembre. L’iter di approvazione è una procedura che si discute tra l’amministrazione dell’ospedale e le varie sigle sindacali e, se nei mesi clou tra luglio ed agosto si dovessero verificare dei piccoli disagi, tutto rientrerebbe nella norma.

Sennonché il punto in discussione è un altro e cioè nelle Ulss provinciali di Padova e di Treviso, a causa del piano ferie, alcuni reparti vengono chiusi o ridotti nei servizi; quindi non si tratta più di far fronte ad normale disagio! Nella Ulss 6 Euganea, ad esempio, vengono ridotti, tra i vari ospedali, circa 150 posti letto: nella Ulss 2 Marca Trevigiana vengono ridotti oltre 90 posti letto e l’ambulatorio di Ponzano chiude il servizio vaccinazione nel periodo luglio – settembre.

Le mamme che avevano programmato di partorire a Castelfranco Veneto nel mese di luglio dovranno far nascere i loro figli a Montebelluna; viceversa, in agosto saranno le partorienti di Montebelluna e di Valdobbiadene che dovranno recarsi a Castelfranco Veneto. Ed ancora, l’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, la più grande ed importante del Nordest, chiude il reparto di pediatria per 3 mesi.

Causa? Gli infermieri operativi non riescono a coprire i congedi matrimoniali, gravidanze e maternità, malattia e ferie. Per cercare di fare un po’ chiarezza abbiamo contattato il segretario Anaoo Veneto Adriano Benazzato. Alla domanda sui disagi causati dalla carenza dei medici, Benazzato esprime questo pensiero; “Non si tratta di disagi ma di vere e proprie disfunzioni di sistema annunciate e previste da anni. La realtà è che siamo già arrivati alla frutta e presto arriverà anche l’amaro. Il problema è presente in modo significativo in tutte le aziende sanitarie del Veneto ed anche in quelle delle altre regioni del Paese”.

Alcuni dirigenti medici fanno sapere che le carenze del personale medico dipendono dalle nostre università, che non riescono a coprire la domanda. Sempre Benazzato fa sapere che “La responsabilità di questo stato di cose, per carenza di organico ma non solo, è imputabile sicuramente alla Politica nazionale ma anche a quella regionale ed al ruolo delle Regioni, che si sono sempre giustificate e continuano a giustificarsi nel merito attribuendo interamente la responsabilità di ad altri soggetti/enti. Certamente importanti sono state le responsabilità dei governi che si sono succeduti nel Paese in questi anni e del MEF in particolare ma anche di altri ministeri come quello della Salute, del Miur e della Funzione Pubblica.

Ognuno di essi, per quanto di competenza, ha contribuito, in modo attivo o passivo, a generare, per un combinato disposto micidiale, questa disastrosa e preoccupante situazione. Il SSN e il nostro SSR sono stati enormemente danneggiati. Un’ottimale e sicura organizzazione del nostro lavoro nelle aziende sanitarie è stata compromessa, le condizioni dello stesso si sono sempre più deteriorate. La sofferenza professionale è diventata cronica e persino la vita familiare e personale dei medici, ma anche degli infermieri che lavorano insieme a noi”.

Ma allora, quali sono le soluzioni percorribili considerando che il problema nel breve periodo non è di immediata risoluzione? Benazzato chiarisce che “Il mio messaggio come medico è che noi medici ed i cittadini pazienti dobbiamo unirci una forte e solida alleanza che sia in grado di far sentire il nostro comune “grido di dolore” e la nostra profonda indignazione ed irritazione per questo stato di cose e per quanto sta accadendo per colpevole irresponsabilità dei soggetti in precedenza menzionati, ed insieme pretendere dalla politica nazionale, ma soprattutto da quella regionale, la garanzia di Ospedali sicuri e di sicurezza delle cure”. Vedremo perciò cosa saranno in grado di fare sia la politica che le aziende sanitarie. 

Endrius Salvalaggio

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