Segretario Regionale: Luca Barutta

Leggi l'articolo su tgpadova.it del 28 febbraio 2018
L’ANAAO ASSOMED del Veneto riferisce che è a dir poco strano che lo scandalo generato dal caso Litta sia stato sul piano mediatico quasi immediatamente oscurato dalla “vicenda dei furbetti del cartellino”.

Non c’è proporzione fra la gravità dei due avvenimenti fanno sapere in quanto il primo è caratterizzato dalla quasi certezza dell’esistenza di gravi e importanti comportamenti dolosi lesivi delle Leggi vigenti e dal sospetto di favoreggiamenti, il secondo è invece caratterizzato da supposte violazioni dei regolamenti aziendali per mancate timbrature di fine attività istituzionale e/o di inizio o fine di attività libero professionale.

Dai primi accertamenti starebbe risultando, fa sapere il sindacato, che almeno nel 90% dei casi trattasi di casi saltuari, imputabili per la loro sporadicità ed esiguità a mere dimenticanze. Solamente in una percentuale esigua, meno del 10%, la serialità delle mancate timbrature, farebbe sospettare la volontarietà dell’infrazione regolamentare con annessi abusi.

La strana consecutio temporale fra le due vicende e lo strano iperattivismo della Regione e Aziende associato alla prolificità di dati e notizie in possesso solamente di queste Istituzioni senza i dovuti distinguo, del tutto assente nella vicenda Litta ed invece molto presente nella vicenda dei “cartellini”, fa sorgere il sospetto all’ANAAO ASSOMED che questa discrepanza comunicativa sia stata voluta dalla Regione e dalle Aziende Sanitarie. Tutto questo favorirebbe il dubbio che le stesse abbiano pompato ad arte la vicenda dei “furbetti del cartellino”, favorendo così una generalizzata “criminalizzazione” mediatica della intera categoria della dirigenza medica del SSR della nostra regione al fine di “oscurare” le evidenti responsabilità regionali ed aziendali su ambedue le vicende per mancanza od omissione di adeguati controlli.

“La proposta di modifica delle timbrature della libera professione intramuraria dei medici espressa da Zaia sulla stampa per sterilizzare gli effetti delle “mancate timbrature” in libera professione, è a nostro giudizio – spiegano i referenti di ANAAO ASSOMED -, da respingere totalmente al mittente, perché tale attività dei medici è attualmente fortemente tracciata dal punto di vista informatico per cui facile da correggere in tempo utile e facile per evitare gli abusi seriali. Ovviamente basta attuare in modo ordinario i normali controlli, resi facili dalla computerizzazione. L’ipotesi regionale che propone la sottrazione all’orario per l’attività istituzionale del tempo di occupazione o “affitto” dell’ambulatorio utilizzato per la libera professione, indipendentemente dal suo pieno utilizzo, sarebbe molto penalizzante per la maggior parte dei medici che praticano la libera professione intramoenia. Sarebbe meno gravosa per i grossi “produttori” (prof. universitari, direttori di clinica e di UOC e pochi altri) che sono una sparuta minoranza (3-4%) e invece molto penalizzante ed insostenibile per i piccoli “produttori” (tutti gli altri dirigenti medici) che sono la maggioranza (96-97%) e sarebbero costretti a pagare anche quando il paziente disdice l’appuntamento all’ultimo minuto o non si presenta. La maggioranza dei colleghi che pratica attualmente la libera professione intramoenia – continuano - e che ha un fatturato annuo inferiore agli 8.000,00 euro (circa il 70% di quelli che fanno la libera professione) sarebbero costretti, prima o poi, a rinunciare ad esercitarla o ad aumentare le tariffe, rischiando di andare fuori mercato e comunque danneggiando il paziente. In questo modo verrebbe ostacolata in modo inaccettabile e danneggiata in modo irreparabile la libera professione della maggioranza dei dirigenti medici (piccoli produttori). Inaccettabile ed irricevibile sarebbe anche, in alternativa, l’eventuale ipotesi regionale di “temporizzare” le prestazioni erogate che le OO.SS. della Dirigenza Medica, Veterinaria e Sanitaria in questi anni hanno sempre contrastato e rifiutato sia a livello nazionale sia regionale poiché inattuabile ed inapplicabile in medicina ed in sanità. Sarebbe disastrosa poiché dannosa per il nostro Servizio Sanitario Regionale, per la sicurezza e la qualità delle cure, nonché per l’attività e la vita professionale dei colleghi nelle aziende sanitarie della nostra regione e per gli utenti. Le procedure di timbratura adottate da anni nelle aziende sanitarie - concludono -, della libera professione, ed anche di quella istituzionale, hanno sempre funzionato e funzionano benissimo così come sono. Per contro sono, invece, le procedure di controllo e monitoraggio della Regione e delle Aziende Sanitarie che si sono dimostrate, nei fatti, molto carenti ed inadeguate, malgrado l’informatizzazione le abbia fortemente facilitate e pertanto necessitano di un aggiornamento e/o di modifiche significative”.

L’ANAAO ASSOMED del Veneto respinge pertanto la proposta della Regione Veneto.

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